RINNOVARE PER COMPETERE, VERSO UNA RICONVERSIONE ENERGETICA E DEI RIFIUTI. LA PUGLIA DEVE DIVENTARE “PROTAGONISTA”

di Ivan Stomeo


Nei territori c’è l’esigenza di garantire energia pulita, bollette energetiche più convenienti e la partecipazione diretta dei cittadini, delle imprese e degli stessi Enti Locali, con le loro proprietà di edilizia pubblica.

Lo sviluppo sostenibile ed il progresso, sia economico che socio-culturale, delle aree metropolitane non può prescindere dalla messa a sistema della rete di valori e delle risorse del territorio, dalle aree montane alle aree vallive dei grandi corsi d’acqua, dalle aree interne ai centri abitati costieri, dalle aree interne più remote ai centri densamente urbanizzati. La segmentazione e diversità del nostro territorio, invece di esser causa di divergenze e ritardi crescenti, deve diventare fulcro della leva di sviluppo e di coesione, agganciando le aree interne a quelle in fase di maggiore sviluppo economico ed industriale. La creazione di infrastrutture “morbide” e adattabili e di modelli locali come le comunità energetiche diviene il passaggio fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile. E’ una sfida che va oltre la conoscenza e l’utilizzo delle risorse e materie prime, ed abbraccia i principi dell’economia verde e circolare nel senso più ampio, con il cittadino al centro di uno sviluppo i cui processi e progressi non sono solo tecnici ed economici, ma anche legati alle relazioni ed ai valori culturali, sociali ed alla storia e tradizione che caratterizza il nostro territorio.

I Comuni e le loro comunità devono essere protagonisti della gestione energetica sostenibile a livello locale.

I settori sui quali bisogna concentrarsi principalmente sono sicuramente il patrimonio pubblico, di cui l’edilizia gioca un ruolo importante, e il trasporto.

L’edilizia ha, innanzi tutto, bisogno di realizzare l’efficientamento energetico che in Italia si inizia a intravedere. I tetti degli edifici sono, ovunque possibile e nel rispetto dei vincoli paesaggistici, da destinare alla generazione elettrica da energia solare, in modo da ottenere dagli edifici in grado di produrre energia, e che, auspicabilmente diventano attivi, e quindi a energia positiva. In complemento a ciò e in linea con i principi dell’edificio “quasi zero”, occorre utilizzare tutti gli interventi tecnicamente perseguibili (dai tetti verdi all’utilizzo di materiali/vernici/asfalti passivi orizzontali e verticali, ecc.) per diminuire il consumo dei singoli edifici, per migliorare le prestazioni di interi quartieri e renderli sinergici e intelligenti, migliorarne le prestazioni e aiutare gli utenti finali nel mettere in pratica comportamento corretti (ad esempio aumentare la diffusione di sistemi automatizzati di monitoraggio e controllo energetico). Il miglioramento dell’efficienza energetica costituisce uno dei principali driver nazionali della green economy, e il peso che questa sta avendo nell’agenda del Governo centrale ne è una testimonianza chiara, e la prima leva dell’efficienza è il risparmio di energia ovvero il consumo razionale e consapevole contro lo spreco. Accanto al settore edile necessitano di efficientamento tutti quegli asset, molti comunali, come le reti di illuminazione pubblica o gli impianti di pompaggio idrico, altamente energivori o oggetto di dispersione energetica e potenzialmente molto interessati perché spesso infrastrutture driver di innovazione e servizi ad alto valore aggiunto sul territorio.

Il miglioramento dell’efficienza energetica deve essere uno dei capisaldi del rinnovamento. Per sostenibilità energetica si intende il punto di equilibrio tra ambiente, qualità della vita e benessere della società e sviluppo economico .

In riferimento a ciò, lo sviluppo e il rilancio di un’economia sana e sostenibile è tale in quanto a bassa impronta ecologica, a basse emissioni di carbonio e nel rispetto –cominciando da pratiche anti spreco - delle risorse disponibili e delle tipicità dei singoli territori, nonché basata sulla gestione in comune delle diverse risorse energetiche. Il modello sul quale bisognerebbe concentrarsi per uno sviluppo più congeniale delle rinnovabili, a livello sociale economico e ambientale per il nostro Paese, ovvero del “piccolo e distribuito”, si dovrebbe avvalere in questo caso di una cornice di governance chiara, in grado di ospitare e replicare modelli di successo sulla transizione energetica, più in linea con l’economia circolare, come quelli già presenti in alcuni paesi europei e di un necessario cambio di passo normativo come è avvenuto in Puglia con la Legge sulle Comunità Energetiche ( Legge Regionale 9 agosto 2019, n. 45 "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche" ) . Ora però bisogna dare attuazione alla Legge ed incentivare la costituzione delle stesse.

Le risorse naturali e ambientali vanno ormai considerate scarse e preziose. In Italia, Paese tradizionalmente povero di materie prime, non è più accettabile che la produzione di rifiuti cresca più del reddito e dei consumi.

Anche nella nostra Regione la prevenzione della produzione dei rifiuti deve coinvolgere a monte i processi produttivi e la progettazione dei prodotti, la loro durata, il riuso e i modelli di consumo.

In altre parole una riconversione del modello di sviluppo anche in materia di rifiuti.

Per una corretta gestione dei rifiuti urbani la sostenibilità e lapartecipazione sono due elementi fondamentali e la centralità del cittadino è di primaria importanza.

Riduci , Riusa, Ricicla, Ri-progettazione, Responsabilità ecco le cinque R sulle quali si basa una corretta gestione dei rifiuti.

Responsabilità sostantivo fondamentale per un nuovo approccio al tema dei rifiuti.

La Puglia deve necessariamente completare e chiudere il ciclo dei rifiuti costruendo gli impianti di compostaggio e migliorare la qualità della raccolta differenziata.

Non basta più differenziare. Non è importante la percentuale di raccolta differenziata ma la percentuale dell’avvio a recupero. Quanto del rifiuto prodotto viene in qualche modo recuperato?

Sono sfide importanti che riguardano l’intero Paese ma soprattutto riguardano la nostra Regione. La Puglia ha il dovere sociale, economico, politico di chiudere il ciclo dei rifiuti accelerando sulla costruzione dell’impiantistica per fare in modo che l’Italia, in tema di rifiuti, non viaggi a due velocità.