LUCI E OMBRE SU “XYLELLA FASTIDIOSA”


A tutti è ormai noto il deprecabile “fenomeno Xylella fastidiosa”, per le catastrofiche conseguenze non solo sulla olivicoltura pugliese, che ha visto scomparire milioni di piante di olivo secolari su tutto il territorio della Provincia di Lecce e buona parte della Provincia di Brindisi e Taranto fino alla Provincia di Bari, lambendo il sito della “Piana degli Ulivi Millenari”, ma anche e soprattutto per lo stravolgimento ambientale e paesaggistico dell’intero Salento.

Anche i turisti italiani e stranieri, giunti quest’estate in Puglia, sono rimasti “allibiti e stupiti” dal panorama spettrale della distesa degli olivi con alberature scheletriche, prive di chiome o, nel migliore dei casi, con fogliame virato da colore verde intenso a rossiccio e talvolta a grigio-biancastro, dovuto all’ostruzione dei vasi xilematici determinata dall’infezione del batterio Xylella fastidiosa.

La limitata conoscenza del batterio e le interpretazioni spesso contrastanti sui possibili rimedi hanno determinato risultati disastrosi visibili a tutti, senza alcuna possibilità di sopravvivenza per le piante.

E’ pur vero che gli Organi di Governo Regionale, Nazionale ed anche Europeo hanno cercato di intervenire, non sempre con la dovuta celerità, con Regolamenti, Norme e Decreti al fine di controllare il nefasto flagello, ma i danni ormai sono irreversibili per gli olivi infetti. Occorre elaborare un Piano non solo di “Rigenerazione dell’olivicoltura”, come già in atto, ma un Progetto che integri fattori ambientali e paesaggistici, nel rispetto della biodiversità e territorialità, riduzione dell’incremento della CO2 e ripristino del paesaggio, ormai depauperato.

E’ evidente che tale Piano deve scaturire dallo studio scientifico del territorio, dei suoi terreni (alquanto differenti nelle loro caratteristiche pedologiche da zona a zona), delle diverse essenze produttive e forestali da impiantare nei terreni sino a poco tempo fa investiti ad oliveti.

Altresì occorrono interventi che stimolino gli agricoltori a riprendere la coltivazione dei loro appezzamenti evitando, pertanto, il processo incipiente di desertificazione.

Il ripristino del Paesaggio sarà possibile attraverso un puntuale coordinamento di Studiosi, Tecnici, Università, Amministratori Pubblici e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e mediante uno snellimento delle procedure burocratiche per una rapida soluzione al problema causato dall’infezione del temibile batterio Xylella fastidiosa.


Lecce 20/09/2021 Dott. Agronomo Giancarlo Biasco